venerdì 2 maggio 2014

Sui sogni


La cosa più divertente è che, quando inizio a scrivere, non so mai cosa scriverò. So che il foglio bianco sottostante al falso inchiostro spaventa, quindi lo cambio in un colore che più si confaccia alle mie esigenze del momento. 
Oggi pensavo ai sogni. Ho sempre sognato qualcosa di diverso da quello che possiedo e mi domando se sia qui perché davvero ci sono voluta arrivare o se mi sono fatta semplicemente trasportare con abbandono dalla corrente di un fiume di eventi; malaugurata ipotesi, quanto, temo, reale.

Ho sempre sognato di viaggiare, costruire, vedere il mondo e raccoglierne ogni frammento in una pagina della mia esistenza. Eppure sono ancora qua, ospite della mia stessa casa, con in mano niente se non un foglio ottenuto con tante speranze, poi mandate in pensione prima ancora di essere messe in atto.
Cosa ho ottenuto? Ricordo di aver per un attimo sperimentato la vita che avrei voluto e di aver provato un’insana solitudine tornando nella momentanea casa accampata in fretta e furia tra le mura ammuffite di un quartiere periferico, ma ricordo altrettanto di essermi trovata a lato di persone che riempivano la mia esistenza ed aver provato la stessa sensazione di solitudine, come l’essenza più intima del mio essere fosse altrove in attesa che mi decidessi a partire.

Partire, restare… troppo spesso ci si illude che un’ipotesi sia migliore dell’altra, solitamente la più comoda.
Una famosa canzone dice “you’ll still be here Tomorrow, but your dreams may not”, ma forse non è così. I sogni rimangono, ma diventano semplicemente irraggiungibili. Se c’è una cosa che ho imparato è quella di non rimandare mai un sogno ad un istante più appropriato, il tempo passa e si cade nella perversa spirale di eventi che, con la sua forza centripeta, ti incolla al suolo.


Forse è già troppo tardi per i miei sogni o forse l’orologio sta ancora ticchettando i suoi ultimi battiti prima che il porto chiuda alle navi in partenza.  Continuo a sperare che sia vero che, quando tutto cambia, cambia in modo estremamente veloce, continuo a sperare che ci sia un punto di rottura in cui il soddisfacente non si a più abbastanza; un punto in cui le eliche iniziano a girare e le barriere del porto si aprano verso un orizzonte di opportunità. 
Forse anche questo è solo un sogno destinato a tramontare.

Nessun commento:

Posta un commento

site stats